Sviluppare la forza lavoro IT del futuro
Ottobre 16, 2018
Ottobre 16, 2018
Disruptive come le tecnologie più recenti, l'intelligenza artificiale (AI) e altre novità avanzate stanno portando cambiamenti senza precedenti alle aziende e alla società. La maggior parte degli executive italiani (il 78%) ritiene che l'AI avrà un effetto dirompente nel loro settore entro tre anni, e che trasformerà i modi per essere competitivi. L'81% si aspetta cambiamenti drastici da parte della forza lavoro IT, e l'85% pensa che le capacità richieste e la ricerca del talento si evolveranno.
Gli executive italiani prevedono massici cambiamenti, insomma, ma più di quattro su cinque (l'82%) ritengono che le attuali capacità della loro forza lavoro IT siano sufficienti per far fronte alle necessità aziendali dei prossimi anni. Con i maggiori player tecnologici che già ora fanno incetta di talenti AI al top, potrebbe essere un'idea lontana dalla realtà.
L'89% degli executive italiani vedono la loro forza lavoro IT come un vantaggio competitivo.
Gli executive italiani prevedono di utilizzare una varietà di tattiche tradizionali come reclutamento, formazione e utilizzo di collaboratori esterni per colmare i futuri gap di capacità tecnologiche. Ma la pressione della competitività, insieme alla disruption in costante accelerazione, sta spingendo le aziende a cercare modi meno convenzionali per assicurarsi capacità IT. Un esempio: il 35% degli executive italiani afferma che la loro azienda probabilmente acquisirà un'altra azienda per ottenere capacità specifiche. Questa sorta di acquiizione-assunzione sta prendendo piede in molti settori industriali. Ma la domanda è: mosse non convenzionali come questa saranno sufficienti per colmare gap tecnologici imminenti?
Il trend delle acquisizioni-assunzioni per settore
il 55% degli executive italiani riconosce che la loro azienda avrà bisogno di competenze in nuove tecnologie come la AI nei prossimi tre anni.
La nostra ricerca rivela che gli executive di ogni settore, mercato e dimensione aziendale ritengono la loro attuale forza lavoro adeguata alle necessità dell'IT dei prossimi tre anni. In Italia, gli executive vedono con favore la rivoluzione che arriverà con l'AI.
Interrogati sulle capacità della loro attuale forza lavoro IT, il 45% degli executive italiani le ritiene adeguate. Eppure quando le aziende scalano verso iniziative legate all'AI, le capacità tecnologiche che oggi sembrano adeguate possono rapidamente rivelarsi insufficienti.
Le capacità AI sono insufficienti. Colmare i gap di capacità con gli approcci tradizionali potrebbe rivelarsi impossibile. Visto l'impatto senza precedenti che avranno le tecnologie AI su lavori, processi e modelli di business, per la forza lavoro IT sarà sempre più importante avere una profonda comprensione dell'operatività aziendale. Le aziende avranno grossi problemi a sbloccare tutto il valore della AI se la gestiranno per mezzo di fornitori di servizi gestiti e collaboratori esterni.
L'AI automatizza, amplia e crea lavori IT, necessita per questo di capacità molto diverse e quindi rende molto complesse le attività per sbloccarne pienamente tutto il valore. Le capacità tipicamente umane come problem solving, giudizio, comunicazione ed empatia saranno critiche per l'IT che voglia davvero far fruttare la collaborazione fra uomini e macchine.
Le aziende cavalcano il vecchio e il nuovo per assumere talenti tecnologici. Come hanno fatto in passato, le aziende contano di assumere dipendenti a tempo pieno, utilizzare fornitori di servizi gestiti nonché partner e collaboratori esterni per far fronte alle loro necessità IT per i prossimi cinque anni.
Sono anche interessate al crowdsourcing così come ai pool di talenti e al lavoro on demand. Le partnership per richiamare talenti stanno cambiando. Una partnership non deve essere una relazione uno a uno con un'azienda IT. I confini stanno scomparendo: le aziende si ritrovano in gran numero dentro ecosistemi di talenti dove questo possono essere formati e coinvolti in modi nuovi. Questi approcci mettono in contatto le aziende con vasti ecosistemi di talenti e quindi con tutte le capacità tecnologiche di cui hanno bisogno come e quando ne hanno bisogno.
Interesse dell'industria nel crowdsourcing, nei pool di talenti e nel lavoro on demand
Per sfruttare al meglio qualcosa di trasformativo come l'AI, le aziende italiane devono trasformarsi. Ecco da dove possono partire:
Reimmaginare l'organizzazione IT – e le modalità di lavoro
Spingere risultati e agilità riorganizzando i ruoli tecnici e di business in team focalizzati sul prodotto. Con il design thinking e la prototipazione rapida, le aziende italiane possono esplorare la fattibilità delle idee e scalare rapidamente le migliori.
Scalare le nuove capacità nell'IT
Avviare progetti pilota con tecnologie emergenti selezionate, nonché rivedere e prioritizzare periodicamente le capacità richieste per scalarli completamente. I leader dell'IT italiani dovrebbero prepararsi ad affrontare il gap di capacità un esercizio costante.
Essere creativi nel costruire ecosistemi di talenti
Bisogna impegnarsi a ottenere il massimo dagli ecosistemi di talenti per mezzo di un approccio che non ponga limiti. Partnership accademiche, programmi di apprendistato, bene anche le convention di gaming: molte occasioni possono essere fonte di capacità a livello sia tecnico che umano.
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